La stagione dei teatri 2021/22
Tante novità per i trent’anni di Ravenna Teatro: due stagioni parallele grazie alle collaborazioni con E-Production (Fèsta) e Teatro Socjale di Piangipane (Al Socjale), la nascita di Malagola-Scuola di vocalità e Centro studi sulla voce, Storie di Ravenna e il nuovo sito internet.
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Riparte La stagione dei teatri con un programma ambizioso ma necessario, che punta sulla qualità delle proposte con uno sguardo sempre più allargato. Non si tratta solo di una ripartenza, bensì di un vero e proprio rilancio, con la necessità di ripensare una direzione, di rimarcare l’importanza di prendersi dei rischi. Da questo periodo di riflessione è scaturita Malagola, l’invenzione della fondatrice del Teatro delle Albe Ermanna Montanari (con il suo sapiente percorso di ricerca vocale e musicale), uno spazio per la ricerca, lo studio e la creazione che rappresenta un nuovo segno per il futuro. È proprio con la nascita di questo Centro studi sulla voce che indichiamo la direzione che il nostro teatro seguirà in questa stagione e in quelle a venire, e su cui abbiamo costruito il programma che andiamo a presentare. Malagola significa continuare a ospitare a Ravenna artisti/artefici che continuino a fare ricerca, significa un sostare, un essere presenti “qui e ora” che ribadisce l’importanza dell’artista, un investire sulle cose nascoste, sulla profondità, sullo scavo. Maestri come Mariangela Gualtieri, Meredith Monk, Moni Ovadia o Roberto Latini possono indicarci possibili traiettorie. Occorre scavare e arrivare ai nodi cruciali dell’arte teatrale, ed è da questo viaggio necessario – da sempre in dialogo incessante con l’Amministrazione comunale e la comunità degli spettatori – che Ravenna Teatro riapre e riparte.
Ampio sarà l’excursus dei protagonisti della Stagione tra le drammaturgie, dal confronto di Carlo Cecchi con Eduardo De Filippo alla rilettura di Primo Levi a opera di Valter Malosti, dall’affondo ottocentesco di Elena Bucci e Marco Sgrosso al Teatro dell’Assurdo di Ionesco portato in scena da Valerio Binasco, Federica Fracassi e Michele Di Mauro, fino all’attualità del Teatro dell’Elfo con il romanzo di Mark Haddon.
Saranno le collaborazioni a dettare il passo delle attività 2021-22 di Ravenna Teatro, come Fèsta, curata insieme a E Production, che ribadisce l’importanza delle Artificerie Almagià quale spazio di arte e cultura. Poi con il Teatro Socjale di Piangipane (luogo ultracentenario legato indissolubilmente al mondo della cooperazione), che ha dato vita alla rassegna Al Socjale. Senza dimenticare il fondamentale rapporto con il fotografo veronese Enrico Fedrigoli, autore delle immagini che connotano quest’anno la comunicazione visiva. Immagini potenti, di occhi osservatori, che ci inducono a guardarci, anzi a ri-guardarci, sempre alla ricerca di bellezza.
Quest’anno così particolare per tutti, è per ancora più simbolico: sono trent’anni (1991-2001) di Ravenna Teatro. Trent’anni di stagioni, collaborazioni, creazioni, pensieri e trent’anni che abitiamo uno spazio fondamentale per la città, il Teatro Rasi. In questo momento di trasformazioni, anche il Rasi sta cambiando il suo aspetto: sono iniziati i lavori di riqualificazione del Rasi, che lo renderanno ancora più bello e accogliente, uno spazio profondamente trasformato nella fruizione della sala, resa più moderna e pronta alle diverse esigenze artistiche. I lavori saranno ultimati all’inizio del 2022.
Entrando nei dettagli della Stagione, quest’anno la formula di abbonamento prevede sette titoli fissi e uno a scelta. Vi sono poi diverse altre proposte nella sezione dei titoli a scelta, per comporre il proprio percorso di visione e di incontro con i linguaggi della scena di oggi, fra tradizione e ricerca. La stagione dei teatri 2021-22 comprende, tra novembre e aprile quindici spettacoli tra abbonamento e titoli a scelta.
I sette spettacoli fissi comprendono Madre, di e con Ermanna Montanari, Stefano Ricci e Daniele Roccato, su poemetto scenico di Marco Martinelli. È il dittico di un figlio e una madre contadina: lei è caduta in un pozzo, ma confessa di non avere paura, lui si dimena impotente per liberarla. Da quel paesaggio desolato si staglia l’allegoria di una Madre Terra sempre più avvelenata. Cabaret Yiddish, di e con Moni Ovadia, in cui quell’inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e romeno, ovvero il “suono dell’esilio” del popolo ebraico è al centro di un cabaret fatto di brani malinconici, canti sublimi, storielle che sono aforismi esilaranti. Dolore sotto chiave / SIK SIK l’artefice magico, da Eduardo De Filippo, diretto e interpretato da Carlo Cecchi. Due piccoli gioielli dell’assurdo dal repertorio di Eduardo, interpretati magistralmente da uno dei più conturbanti attori del nostro tempo. Se questo è un uomo, dall’opera di Primo Levi, di e con Valter Malosti, una riscrittura scenica che vede all’opera un nutrito ensemble di artisti d’eccezione e si concentra sulla voce di quella narrazione che più di ogni altra ha saputo raccontare Auschwitz. Ottocento, progetto de Le Belle Bandiere di Elena Bucci e Marco Sgrosso. Idealismo, esistenzialismo, grandi romanzi europei, romanticismo; dagli echi di quel denso XIX secolo uno spettacolo che ne ripercorre i moti in lungo e in largo, spaziando dalle arti alla politica alla scienza fino ai grandi cambiamenti sociali. Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, tratto dal romanzo di Mark Haddon e portato in scena dal Teatro dell’Elfo. Pièce pluripremiata nel teatro inglese e newyorkese, la commedia segue le peripezie di Christopher, un quindicenne con la Sindrome di Asperger che decide di indagare sulla morte del cane della vicina. Le sedie, di Eugène Ionesco, in un allestimento – diretto e interpretato Michele Di Mauro e Federica Fracassi (che per questo spettacolo ha vinto il Premio “Le Maschere del Teatro Italiano” 2021) del Teatro Stabile di Torino – che apre anche inattesi varchi di poesia nell’universo tagliente del Teatro dell’Assurdo, facendo vibrare una dolente nostalgia per l’umanità.
Nella rosa tra cui poter indicare il titolo a scelta troviamo invece Boccascena. Ovvero sulle conseguenze dell’amor teatrale (all’Almagià) della Compagnia Tiresia Banti, con César Brie. Un “gioco teatrale” nato durante il lockdown, quando un vecchio attore e un vecchio professore del teatro hanno deciso di dialogare per raccontarsi il loro eterno desiderio di vita, non senza ironia e disincanto. Poi Pianura (al Teatro Rasi) di e con Marco Belpoliti e la regia di Marco Martinelli. A partire dal suo libro omonimo, Belpoliti conduce il pubblico teatrale in quel paesaggio di terra e di volti, di immaginazioni e di storie, tra nebbia, memoria, letteratura e orizzonti. Ecco quindi In Exitu (al Teatro Rasi), dall’omonimo romanzo di Giovanni Testori, nell’adattamento, interpretazione e regia di Roberto Latini. Attore istrionico e carnale, Latini si cala nella lingua scottante di uno dei più grandi drammaturghi e poeti italiani del Novecento. Le lacrime amare di Petra von Kant, di Rainer Werner Fassbinder, portato in scena da Nerval Teatro, al cui centro troviamo il rapporto complesso e claustrofobico tra la stilista Petra von Kant e la sua assistente Marlene. Una profonda analisi dell’universo femminile da cui lo stesso regista trasse nel 1972 il celebre film con Hanna Schygulla. OUTIS. Viaggio per mare (al Teatro Rasi)di teatroINfolle, un compendio di storie sull’attraversamento del mare come metafora del percorso evolutivo, emblema di tutti i viaggi, a opera di un gruppo di giovani attori, danzatori e musicisti che, dopo alcune esperienze a fianco di maestri della scena, hanno deciso di intraprendere un percorso sperimentale autogestito. ENIGMA. Requiem per Pinocchio, una partitura fatta di canto e suono dal vivo di Teatro Valdoca e Mariangela Gualtieri, con Silvia Calderoni, che fa pulsare domande emerse dalla favola e dal silenzio del mistero. Sentiremo parole che chiedono attenzione, parole morbide ma feroci, indispensabili. Infine, Tutto brucia (al Teatro Rasi) nuovo spettacolo di Motus, in cui ritroviamo protagonista Silvia Calderoni, ideato e diretto da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò. Dopo Antigone, Motus ha ripreso il proprio tragitto nel tragico con un’opera come Le troiane di Euripide, ambientata essenzialmente in un momento post – ovvero dopo una guerra, dopo la distruzione di un mondo – operazione che oggi si carica di abbacinante furore profetico.
La stagione dei teatri è sostenuta da: Comune di Ravenna-Assessorato alla Cultura, MIC Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, BCC Credito Cooperativo ravennate forlivese e imolese, Assicoop Romagna Futura Agente Generale UnipolSai Assicurazioni, Coop Alleanza 3.0, Reclam.
VOUCHER
Il voucher è un credito che si può utilizzare per l’acquisto di biglietti o abbonamenti per La Stagione dei Teatri 2021-22, Al Socjale e Fèsta. Va presentato alla biglietteria al momento dell’acquisto. Il credito del voucher può essere utilizzato per acquisti frazionati, fino al raggiungimento del suo valore, oppure per acquisti di importo superiore, a copertura parziale del prezzo e può essere utilizzato anche da spettatori non titolari del voucher.
IN VIAGGIO VERSO IL TEATRO
Ravenna Teatro offre ai residenti delle Circoscrizioni Nord e Sud del Comune di Ravenna e ai residenti del Comune di Alfonsine l’opportunità di recarsi a teatro usufruendo di un servizio gratuito navetta. Per informazioni e prezzi Ravenna Teatro 0544 36239 e su ravennateatro.com
BIGLIETTI da lunedì 22 novembre
ABBONAMENTI da martedì 5 ottobre a giovedì 18 novembre (prelazione abbonati 2019/20 fino al 6 novembre, nuovi abbonamenti dall’8 novembre)