Ravenna Festival 2019
Per l’alto mare aperto
Trent’anni di Festival
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Città d’acqua adriatica e mediterranea, anticamente affacciata sul mare, Ravenna ha mantenuto la vocazione di crocevia di popoli e culture. E nello spirito di Ulisse – come Dante lo immagina nel canto XXVI dell’Inferno, pronto a rimettersi “per l’alto mare aperto” – il Festival non ha mai perso l’appetito per la grande avventura della musica e delle arti. La XXX edizione – che si apre con l’esclusivo incontro fra i giganti della musica Riccardo Muti e Maurizio Pollini – salpa per il Mediterraneo e raggiunge Atene sulle Vie dell’Amicizia, sempre con la guida di Muti. Tra i protagonisti anche Leōnidas Kavakos, Emmanuelle Krivine, le sorelle Labèque. Mentre l’Hamburg Ballett, la Martha Graham Dance Company e il gala Les Étoiles contribuiscono a una strepitosa sezione danza, il ritmo è fissato dai leggendari batteristi Stewart Copeland dei Police e Nick Mason dei Pink Floyd, dal groove West Coast di Ben Harper e dal balcanico – e in questo caso anche sinfonico – Goran Bregović. Il viaggio continua nelle basiliche con i Tallis Scholars, con sette concerti in un giorno, con l’appuntamento quotidiano Vespri a San Vitale e attraverso il Purgatorio di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, sacra rappresentazione creata su misura per la città dove Dante ha trascorso gli ultimi anni ed è sepolto.
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Il Festival al Teatro Alighieri
La grande lezione del pensiero greco, anche nella sua perpetuazione nell’età romana, sarà trasmessa dal lavoro che la consolidata coppia teatrale Enzo Vetrano e Stefano Randisi ha tratto dal libro di Ivano Dionigi: Quando la vita ti viene a trovare (20 giugno, ore 21), dialogo – ovviamente immaginario – tra Lucrezio e Seneca. Questa nuovissima produzione di ERT, che esordisce al Teatro Alighieri, dimostra come nel mondo classico di Atene e Roma si trovino i più naturali interlocutori a cui rivolgerci per ricordarci come eravamo e come potremmo essere: Lucrezio e Seneca si sono posti le domande ultime e hanno sperimentato, in solitudine e in autonomia, cosa significa sopportare la verità quando la vita ti viene a trovare.
Lo sguardo non si posa sul solo mondo classico, ma anche sulla Grecia moderna, oltraggiata dal dittatura dei colonnelli e più recentemente messa in ginocchio dalla crisi. Spettacoli come Nella lingua e nella spada (12 luglio, ore 21) di Elena Bucci, con musiche originali di Luigi Ceccarelli e dedicato alla figura di Alexandros Panagoulis raccontano le vicende di un popolo generoso che non ha superato indenne i decenni bui del secolo breve.
Sempre a Teatro anche due appuntamenti con la danza. L’Hamburg Ballett ha scelto Ravenna come sola tappa italiana, per una doppia data (5 e 6 luglio, ore 21) che presenterà tre coreografie mai viste prima in Italia e offrirà occasione di celebrare gli 80 anni di John Neumeier, direttore artistico e nume tutelare della compagnia tedesca. Il trittico – Beethoven Fragments, At Midnight, Birthday Dances – è anche una dedica rispettivamente a Beethoven (anticipandone il 250° dalla nascita che si celebrerà l’anno prossimo), Gustav Mahler e Leonard Bernstein (di cui è appena trascorso il 100° compleanno).
Un’altra leggenda della musica è invece la stella polare del percorso che ha portato il ravennate Gruppo Nanou a creare we want miles (26 giugno, ore 21), addentrandosi nella metodologia improvvisativa e compositiva dello sterminato lavoro di Miles Davis per riscrivere il proprio linguaggio coreografico (ma in a silent way, senza tromba).
L’orizzonte è nuovamente quello della Grecia classica – e di un’altra città di mare – con la produzione di Edipo a Colono (8 luglio, ore 21), riscrittura di Ruggero Cappuccio della tragedia di Sofocle, in arrivo da Napoli.
A novembre il Festival ritorna dall’1 al 10 con la Trilogia d’Autunno, che quest’anno si compone di Norma, Aida e Carmen.