Se dicessimo la verità
Mercoledì 18 dicembre, ore 10
Se dicessimo la verità
da un’idea di Giulia Minoli
drammaturgia Emanuela Giordano e Giulia Minoli
regia Emanuela Giordano
con Daria D’Aloia, Giuseppe Gaudino, Domenico Macrì, Valentina Minzoni
musiche originali Tommaso Di Giulio
con Leonardo Ceccarelli chitarra e Paolo Volpini batteria
e con un ospite speciale a sorpresa per una conversazione con il pubblico
produzione Co2 Crisis Opportunity Onlus
in collaborazione con Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
il progetto è promosso da
Co2 Crisis Opportunity Onlus, CROSS-Osservatorio sulla Criminalità Organizzata, LARCO- Laboratorio Analisi e ricerca sulla criminalità organizzata – Università degli studi di Torino, Fondazione Pol.i.s, Fondazione Falcone, Centro Studi Paolo Borsellino, Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie, Fondazione Silvia Ruotolo, AddioPizzo, DaSud, Italiachecambia.org, Fondazione Giancarlo Siani.
in collaborazione con Università di Pisa – Master in Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione, Università di Bologna – Master Gestione e Riutilizzo di Beni e Aziende confiscati alle mafie.
con il sostegno di Fondazione con il sud e Poste Italiane
L’ingresso allo spettacolo è gratuito: è possibile prenotare il proprio biglietto presso la Biglietteria del Teatro Alighieri o telefonicamente (0544 249244).
Nato come opera-dibattito sulla legalità, lo spettacolo, con il titolo Dieci storie proprio così ha debuttato nella stagione 2011 al Teatro di San Carlo di Napoli. Nel 2017 in coproduzione con il Piccolo Teatro, si è arricchito di un’ulteriore evoluzione narrativa in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e in particolare con il Corso di Sociologia della Criminalità organizzata di Nando dalla Chiesa.
Ora dopo otto anni e tante storie raccontate, la forma scenica si è evoluta grazie ad una narrazione segnata dal bisogno di capire il nostro prossimo futuro, minacciato da un disimpegno che lascia ancora più spazio al potere criminale, alla “prassi” della corruzione come modus vivendi. Ecco perché un diverso assetto scenico ed un nuovo titolo Se dicessimo la verità perché la verità è molto più insidiosa e scomoda di quanto siamo disposti a confessarci. «Purtroppo, non possiamo più parlare solo di “infiltrazioni del crimine” – spiegano le autrici – ma di “complicità con il crimine”, di “prassi criminale” a cui ci stiamo abituando, con distratta colpevolezza. Il teatro non dà lezioni di vita e non ci offre soluzioni a buon mercato, offre stimoli e opportunità di conoscere e di riflettere, questo noi cerchiamo di fare, con convinzione, pensando soprattutto ai ragazzi. E proprio ai ragazzi ci rivolgiamo con un lavoro che, parallelamente realizziamo nelle scuole di tutta Italia perché lo spettacolo non sia solo un’occasione isolata ma parte di un percorso di avvicinamento a temi fondamentali per la loro crescita».
La drammaturgia dello spettacolo si arricchirà di storie riguardanti la regione in cui verrà presentato. Il lavoro di ricerca e di scrittura si avvale della collaborazione delle università partner: CROSS-Osservatorio sulla Criminalità Organizzata, LARCO- Laboratorio Analisi e ricerca sulla criminalità organizzata – Università degli studi di Torino, Università di Pisa – Master in Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione, Università di Bologna – Master Gestione e Riutilizzo di Beni e Aziende confiscati alle mafie.
Il progetto formativo nelle scuole
Il linguaggio del teatro è utilizzato come strumento di sensibilizzazione e formazione. In tutte le regioni coinvolte un gruppo di attori-formatori affronta con gli studenti il concetto di etica e di bene comune attraverso strumenti e pratiche pedagogiche e di gioco collettivo. Gli aspetti drammatici che hanno caratterizzato e caratterizzano la lotta alla criminalità organizzata, di qualsiasi matrice si tratti, vengono confrontati con gli esempi di successi ottenuti in termini di impresa, di reazione, di riorganizzazione economica e sociale di un territorio. Vengono analizzate con gli studenti cause ed effetti, ipotesi e obiettivi per riabilitare la collettività minacciata e contaminata da sempre più forti poteri criminali.
Dal 2012 ad oggi sono stati attivati laboratori nelle scuole, propedeutici alla visione dello spettacolo che hanno coinvolto più di 58.000 studenti delle scuole di Sicilia, Campania, Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia Giulia. Gli incontri hanno la durata di 2h, si svolgono nelle scuole con gruppi classe, e sono coordinati dagli attori/formatori dello spettacolo accompagnati dai dottorandi delle Università e da operatori di associazioni partner. Ai ragazzi vengono forniti strumenti bibliografici, cinematografici per continuare il percorso in autonomia.